...per chi ha una favola perduta, e tutti ne abbiamo una...
“…quando pensi…
…quando pensi che…sinceramente hai creduto
d’amare.
- Quale differenza tra amare e credere di amare?
Nessuna, solo che dopo ci si consola la
coscienza dicendo ..."credevo di amarti –
Quando pensi alle favole in cui non hai
creduto.
Quelle che leggevi e scrivevi come a volerle
viverle.
Quelle in cui ogni parola, ogni azione,
andrebbe soppesata.
Quelle in cui ogni cosa detta o scritta
prende il significato che vogliamo dargli;
- l’effetto stesso delle parole dipende
dal momento in cui vengono rivolte. -
Come quelle frasi così piene, di quelle
parole, che portavano a crederci.
Io ci credevo, con la convinzione data un'amore vero, reale.
Quelle parole che possono creare gioia o
dolore, a nostra scelta,
spesso insensata nel cercare di far capire
quello che già è stato compreso:
la consapevolezza che ciò che è stato non sarebbe più tornato.
la consapevolezza che ciò che è stato non sarebbe più tornato.
Ma l’egoismo della chiarezza crea spesso
altri dubbi, e
disperdere i dubbi dovrebbe essere
un’azione dovuta
per chi, in quella favola, c’ha creduto.
Un
atto di rispetto.
Verrà il silenzio a tacitarli, i dubbi, ma
il silenzio è fuga.
Il silenzio è l’arma che ci permette di
non udire ciò che non vogliamo sentire.
Neanche di noi stessi.
Verrà il tempo, ma il tempo non da
risposte, unicamente cancella”
MB
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